SCRITTI

 Una serie di scritti che ripercorrono l’intera carriera dell’Architetto Pietro Barucci, pubblicati da diversi editori. E’ possibile fare click sul titolo per visualizzare il dettaglio. Tutti i libri possono essere facilmente acquistabili direttamente sul web da più librerie online oppure è possibile consultarli presso la Biblioteca del Centro Studi Giorgio Muratore (https://archiwatch.it/).

Pietro Barucci si laurea con lode nel luglio 1946 e apre lo Studio professionale a Roma nel 1947. Dal 1950 al 1960 si occupa della redazione di progetti di edilizia residenziale pubblica in veste di capogruppo, come nel Quartiere INA-Casa a Livorno-Coteto e nel complesso IACP del Quartiere Stadio-La Rosa di Livorno. A Roma, nei primi anni ’60, realizza il Centro Direzionale di piazzale Caravaggio per tremila addetti, e l’edificio per uffici dell’Ente Nazionale Previdenza Medici in via Torino 38. Durante gli anni ’60 è incaricato di vari piani urbanistici in Tunisia e, a seguito di un Concorso Internazionale, in Etiopia. In entrambi i casi ha aperto sedi locali dello Studio dove ha svolto i temi affidatigli dai rispettivi governi, in collaborazione con personale qualificato appositamente inviato dall’Italia. Negli anni centrali della sua attività Barucci si è dedicato allo studio dei problemi dell’industrializzazione edilizia e dei sistemi seriali, con speciale riguardo alla residenza e all’edilizia scolastica, svolgendo ruoli rilevanti nel settore produttivo, sia nella progettazione sia nella realizzazione, collaborando e/o partecipando con importanti aziende italiane e straniere. In particolare ha studiato i rapporti fra impianto urbano, tipologia edilizia e tecnologia, con costante attende agli sviluppi del movimento moderno.

Pietro Barucci_Copertina2

Pietro Barucci è uno dei sedici architetti che, secondo il fortunato libro di Diego Lama, Cemento Romano, CLEAN Napoli 2010, hanno più di altri contribuito a cambiare il volto delle nostre città o, come dice Franco Purini, a trasformarle in metropoli. Questa raccolta di scritti, iniziata venticinque anni fa in pieno post-modern, oltre a esprimere confessione e denuncia, indignazione e rammarico di un protagonista, registra i vari aspetti di questa crisi che oggi ci opprime, nata nel craxismo e giunta adesso alle strette finali. I rivolgimenti sono stati vissuti e visti dall’autore attraverso una lente particolare, quella dell’edilizia pubblica, campo in cui egli ha operato a lungo, che però è stato anche veicolo di conoscenza e meditazione sui mutamenti di una società complessa e conturbante.

Pietro Barucci_Copertina3

In questo libello Pietro Barucci, ormai novantenne, rivive gli anni della sua giovinezza e in particolare il decennio della Seconda Guerra Mondiale e dei grandi rivolgimenti planetari. Le esperienze della guerra in Marina, gli studi necessariamente affrettati, il precoce matrimonio e le traversie del dopoguerra, hanno determinato la sua formazione e il suo destino, per il resto della vita. Questo rapido abbozzo, scritto non senza un velo di ironia, ce ne dà conto, lasciando un messaggio di “missione compiuta” e di continuità alle giovani generazioni.

Pietro Barucci_Copertina4

In questo libro Pietro Barucci continua il discorso iniziato con il precedente libello “Quel fatale decennio 1940-1950”, dedicato agli anni della sua formazione e delle prime esperienze di vita adulta, ivi inclusa la sua partecipazione agli ultimi anni di guerra. In questo nuovo libro il suo discorso cambia tono, i tempi sono cambiati, si passa dalla gravità della guerra e dei fondamentali accadimenti che lo riguardano (la laurea, il matrimonio, le figlie) al clima della ricostruzione, dello sviluppo, dei grandi movimenti politici, con un atteggiamento non meno impegnato, ma comunque più leggero, che fra l’altro invita a non trascurare i piaceri della vita. Pietro Barucci diviene un architetto importante e fa della sua professione, a partire dal lontano 1947, la ragione centrale della vita, ma in questo libro decide di narrare con pari accortezza, oltre alle vicende professionali, gli altri interessi, le altre esperienze che lo hanno arricchito, quali la passione per il mare e le barche a vela, le attività sportive, i viaggi, le relazioni sentimentali e molto altro ancora. Ne è scaturito uno scritto vario e sorprendente, scandito in cinque capitoli riferiti ai cinque decenni del secondo Novecento, che danno il titolo del libro: I Fortunati Decenni 1950-2000, opera che soddisfa le attese lasciate dal precedente libello, completando un quadro complessivo della lunga e singolare esistenza di Pietro Barucci.

Architetto Pietro Barucci |   Anna del Monaco | Architetti vite parallele

Ispirata alle Vite Parallele di Plutarco, la serie “Architetti Vite Parallele” intende confrontare attori dell’architettura moderna italiani – conosciuti e stimati in patria secondo le gerarchie della storia dell’architettura contemporanea “ufficiale” – con attori dell’architettura internazionale anche essi conosciuti e stimati, non solo in Italia. L’obiettivo è di segnalare la consonanza, anche soltanto parziale, d’idee, di metodologie del progetto e d’impegno civile tra alcuni italiani e alcuni stranieri. I punti essenziali del paragone tra Lucas e Barucci sono: la precoce adesione al moderno; la vocazione didattica, l’impegno intellettuale, la formazione classica; l’architettura come servizio sociale vs l’architettura come arte sociale; la competenza tecnica e l’eleganza del linguaggio.

Pietro Barucci_Copertina5
Pietro Barucci (1922) è nato e vive a Roma. Laureato in Architettura nel 1946 ha collaborato nell’insegnamento universitario dapprima con Giuseppe Nicolosi, poi con Arnaldo Foschini e Adalberto Libera. Ha tenuto conferenze presso le maggiori Facoltà italiane e a Harvard. Ha svolto un’intensa attività professionale nell’arco di cinque decenni occupandosi di edilizia residenziale pubblica e di grandi interventi di architettura a scala urbana. È inoltre autore di Piani urbanistici per diverse città della Tunisia e dell’Etiopia. La sua attività progettuale è pubblicata sulla monografia Pietro Barucci architetto, Electa, Milano 2009. I suoi progetti sono conservati all’Archivio di Stato e sono consultabili sul sito pietrobarucci.it.

Pietro Barucci_Copertina6

I frequentatori e l’atmosfera di via Margutta d’altri tempi sono i protagonisti di queste pagine. Si tratta dei ricordi di vari membri della famiglia Barucci, residenti per tutta la loro vita nel palazzetto di via Margutta 78, costruito dai loro avi.

SCARICA QUI IL LIBRO (7 MB)